La tavola è un luogo di incontro, un terreno di raccolta, una fonte di sostentamento e nutrimento, è festività, sicurezza, e soddisfazione. Una persona che cucina è una persona che dà: Anche il cibo più semplice è un regalo.
(Laurie Colwin)
Oggi voglio raccontarvi una storia. La storia di una famiglia che ha creduto nella passione della buona cucina e che da generazioni ne ha fatto uno stile di vita. Questa è la storia di Nando e la sua meravigliosa famiglia che dal 1957 sposano il loro progetto: aprire una trattoria recuperando un vecchio stabile nel cuore di Aosta. Il figlio Corrado fin dall’età di quattordici anni aiuta i genitori facendo esperienza in sala e cucina.
Da tempo Corrado, ormai grande, e la moglie Franca sognano di gestire un ristorante con meno coperti, così da poter curare maggiormente la qualità dei cibi e il servizio. Nel 2007 riescono nel loro intento e iniziano una nuova avventura con il loro figlio Paolo e fondano l’ Osteria da Nando.
L’Osteria da Nando è ormai diventata un punto di riferimento, tappa sicura per poter assaporare ciò che di meglio offre il territorio Valdostano. Vi è un’attenzione particolare ai prodotti autoctoni e una stretta collaborazione con i produttori valdostani: ciò fa si che a tavola si riesce a portare piatti freschi, di stagione e che rispettano i luogo in cui ci troviamo.
Scorrendo il menu, possiamo notare immediatamente il legame con la Regione Valle d’Aosta, infatti troviamo attente descrizioni dei piatti principali che la fanno da padrone. Dalla Polenta, alla Bourguignonne, passando per la Fonduta Valdostana. Leggendo la Carte mi colpiscono gli ingredienti, lumache di Morgex, saousesse e boudin, carne di cervo, trota salmonata, zuppe e vellutate, carbonada… Tutti prodotti del territorio, quasi tutti con la dicitura di provenienza autoctona: qui i produttori valdostani hanno l’onore di partecipare ad un dialogo gastronomico tra la cucina di Franca ed il territorio valdostano.
Anche la Carta dei vini rispecchia questa filosofia. Per Paolo costruire una buona cantina è motivo di orgoglio e soddisfazione. E’ presentata un’accurata e vasta selezione di etichette valdostane, bianchi e rossi pronti ad esaltare i piatti della tradizione di montagna.
In sala, Paolo e Corrado ci hanno accolti con estrema gentilezza, in un ambiente caldo e piacevole. Sempre pronti a spiegarci nei minimi dettagli i piatti e gli ingredienti di provenienza.
Ci raccontano dei produttori, di tutte le loro materie prime, della storia della loro famiglia… C’è un fil rouge che lega tutti gli elementi di questa osteria e che permette al visitatore di entrare in sintonia con la famiglia di Nando e con la Valle d’Aosta.
Andare a mangiare all‘Osteria da Nando significa entrare a far parte di due famiglie, a scala diversa: la famiglia di Corrado, Paolo e Franca e la famiglia valdostana…
I padroni di casa ci propongono un ricchissimo menu degustazione composto da 7 portate e 4 calici di vini valdostani. E’ un menu che sa di casa, di famiglia, di cuore e amore per il nostro territorio valdostano: un vero itinerario gastronomico!
Partiamo con il primo calice: NEBLU’ ROSE’ metodo classico Brut, 100% Neblù di LES CRETES. Il Neblu è sinonimo di un vitigno valdostano in via di estinzione, ancora oggi presente nei vecchi vigneti della Valle d’Aosta. Un vino che esplode in un profumo di frutti rossi e ciliegia. Fresco e sapido, con note fruttate, ha un finale lungo e persistente.
Ottimo per accompagnare i due eccellenti antipasti che ci sono stati serviti.
Il primo antipasto: Trota salmonata cotta al vapore con agrumi pelati a vivo e olio evo aromatizzato al mandarino. Una trota salmonata freschissima e gustosa, proveniente da un allevamento a Cogne, per la precisione Lillaz, Troticoltura Thomasset. Di questo piatto mi ha colpito la freschezza degli agrumi che vanno ad esaltare la dolcezza del pesce. Il pompelmo, con la tua tonalità amara, compensa la dolcezza del piatto. La dolcezza dell’arancia ammorbidisce ancora di più le sensazioni al palato. Cromaticamente il piatto è vincente, tutte tonalità dei rosa, dalla trota, al pepe rosa, gli agrumi e per finire il rosè del vino.
Il secondo antipasto: Spadellata di saousesse e boudin, cotechino e Prosciutto di St. Oyen su crema di patate e scalogno. Qui abbiamo tutta la tradizione valdostana raccolta in un unico piatto. Sapori dolci e più forti a contrasto, che dialogano perfettamente tra loro. Per quanto mi riguarda il boudin vince su tutti! I salumi arrivano dal Salumificio Segor di Villeneuve, che prepara proprio per questo piatto una selezione particolare di salumi tradizionali.
Cambiamo vino, per prepararci al primo piatto: PETITE ARVIN – VALLE’ D’AOSTE DOC di OTTIN. Uno dei miei vini preferiti in assoluto. Profumi e colore coinvolgenti che parlano di frutta e fiori, dall’ananas al rabarbaro passando dal fresco pompelmo alla profondità minerale iodata e pietrosa con qualche ritorno di erbe di montagna fresche. In bocca è armonia delle parti e nella memoria; dopo deglutizione rimane l’equilibrio di un vino pieno, sapido ed estremamente gradevole.
Segue un primo piatto che mi ha letteralmente commossa: Agnolotti ripieni di carne arrosto e uvetta al burro nocciola. Un tortello difficile da dimenticare, protagonista dei pranzi di famiglia a casa di Nando. La Signora Germana lo preparava sempre a Natale e come ci racconta Paolo, la nonna ne preparava una versione speciale per i nipotini, con sola carne, senza uvetta. All’interno abbiamo una carne tenerissima, che si scioglie in bocca, non è macinata, ma tagliata al coltello. Saporita e tenerissima carne di vitellino cresciuto a latte che si sposa perfettamente alla dolcezza dell’uvetta.
La degustazione continua con Lumache fresche di Morgex trifolate accompagnate da sformatino di polenta e fontina. In questo piatto troviamo due grandi protagonisti, la polenta e le lumache. In Autunno e in Primavera, da Nando si possono assaporare questa delizia, lumache freschissime allevate a Morgex. la polenta invece la si trova tutto l’anno come in tutte le case della Valle d’Aosta. In questo caso abbiamo una Signora polenta, con tre tipi di farina di granoturco, di Bonne Vallée Chappoz. Lumache e Polenta, entrambi elementi forti, che però dialogano perfettamente insieme, in una danza di sapori e profumi di montagna. I ricordi sono quelli di una passeggiata nel bosco, dopo una lunga pioggia primaverile, in lontananza l’odore dei caminetti ancora accesi..
Cambiamo vino, adesso assaggiamo un rosso, e che rosso! Vuillermin 100% Vuillermin Feudo San Maurizio e Institut Agricole Regional. Interessantissmo Vitigno Autoctono che ha rischiato l’Estinzione,un vino Valdostano molto raro, prodotto solo da queste due Aziende Valdostane. Di colore rosso rubino intenso con riflessi violacei, al naso. Sentori di viole e rosa, terminando con aromi da frutta fresca rossa a confettura di ribes nero. Al palato: netto di mora matura, di buon corpo, giustamente tannico.
Questo rosso si sposa perfettamente con il prossimo piatto: Roast beef di carne di cervo fresca e tegole di polenta, accompagnato da riduzione di aceto di mele di Tognan e marmellata di lamponi. Un secondo molto equilibrato: la carne di cervo, tenerissima e dal gusto non troppo invadente di selvaggina è equilibrato dalle note acide e allo stesso tempo dolci della marmellata di lamponi e dalla riduzione di aceto. E’ un piatto tradizionale, ma allo stesso tempo perfetto anche per la stagione primaverile ed estiva in quanto fresco e leggero.
Arriva il mio momento preferito: l’ Assiette de Fromages! Una selezione di formaggi valdostani di un’ottima azienda del nostro territorio: Erbavoglio. Si inizia con un Crottin di Capra, dal gusto delicato e nel finale deciso e pungente. Segue il mio “colpo di fulmine” una toma di latte vaccino con timo e camomilla, i sentori erbacei, spiccano le noti dolci della camomilla in contrasto con quelle intense del timo. Ancora un formaggio, questa volta di latte di pecora, pecora cresciute a pascolo a Charvensod. Interessante anche questo, solletica il palato! Ultimo uno Stravecchio di vaccino, 18 mesi. La stagionatura fa emergere intensità uniche che rendono questo formaggio valdostano stravecchio apprezzatissimo proprio al raggiungimento dei 18 mesi d’età.
Il Vuillermin fa emergere tutti i diversi timbri e tonalità dei formaggi che si armonizzano in un’unica composizione, come in una melodia…
Terminiamo il pranzo con i dessert e l’ultimo calice di vino: Le Gemme vino da uve stramature della cantina Feudo di San Maurizio. Il vino “Le Gemme” è uno dei più importanti prodotti dell’Azienda ed è un vino bianco, fermo e dolce.
Questo vino perfetto per i tre dessert che sapientemente vengono preparati dallo chef: Delizia di panna alla Cannella e Liquirizia su crema inglese allo zafferano e cioccolato – Crema di Sant’Orso con Tegole – Armonia di cioccolato su crema Maison con a strati: ganache al cioccolato, gelatina al caffè e gelatina al Genepy. Questi dessert morbidi e voluttuosi terminano con magnificenza questo menu di degustazione eccellente. Sono davvero da provare, tutti!
Tre dessert da gustare con un calice di passito e sognare di ritornare presto alla mia Osteria di Aosta preferita!
E a voi ho fatto venire voglia di scoprire un posticino nuovo, dove sentirsi a casa assaporando il meglio che il territorio valdostano ha da offrirci..?
Osteria da Nando
Via Sant’Anselmo 99 -Aosta
Tel. +39 016544455
Cell. +39 3494320920
Se la mia recensione vi è piaciuta potete seguirmi anche sulla pagina Facebook Un Architetto in Cucina oppure su twitter, google+, linkedin, instagram e pinterest.
Invece se avete domande o vi servono consigli potete lasciare un commento qui sotto, vi risponderò con molto piacere.
No Comments